Coreografia e regia Giovanni Di Cicco
Musica Giuseppe Verdi, Astor Piazzolla, Carlos Gardel e Osvaldo Pugliese
Luci Luciano Novelli
Produzione Teatro Carlo Felice
Durata 70 minuti
La nuova creazione di teatro-danza che il Carlo Felice ha affidato al suo Danse Ensemble per la prossima stagione, si inserisce all’interno delle dinamiche vive del Teatro associando un vasto repertorio di musiche di Tango a La Traviata di Verdi, a cui fa riferimento anche nelle linee guida della trama.
Un Tango per Violetta dà vita ad uno spazio che trascende ogni connotazione specifica trasformandosi in un luogo dell’anima, con richiami alla Parigi de La Traviata da un lato e all’Argentina del 1900, dove il tango è nato, dall’altro.
Tra riferimenti metatestuali e linguaggio emotivo universale la rappresentazione si configura come la trasposizione di una sorta di milonga ma con una coreografia di danza contemporanea, lasciando lo spazio sulla scena sia a parti intime che corali.
Lo spettatore si trova ad osservare con curiosità un luogo che vive di una dimensione sovratemporale, è una milonga con memoria; pur essendo infatti lo spettacolo idealmente ambientato in un luogo di lusso in Argentina, tra borghesi e gerarchi, la danza e la musica stessa esprimono concetti che conservano la memoria di Parigi e dell’amore impossibile tra Marguerite e Armando, tra Violetta e Alfredo. Il rapporto con la danza si definisce per analogia: come nella Parigi del 1800 la musica passionale era il valzer ora lo è il tango.
Regna l’impressione di un lavoro forte sui testi, sviscerati fino a lasciare una drammaturgia di ampio respiro, che, pur seguendo coerentemente il fil rouge di una trama sulla falsariga di Dumas e Verdi, lascia intravedere stralci di Storia, dalle madri di Plaça de Mayo, che appaiono in scena evocando la ricerca di qualcosa, alle mani alzate dei ballerini che si proteggono da una qualche minaccia – ricordiamo che dopo il colpo di stato che fece cadere Peròn il regime si spese per far chiudere le milonghe –